Mese: Ottobre 2021

Il ritmo dell’esistenza – Ritmo e Psicologia

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Se intendiamo il ritmo come “il succedersi ordinato nel tempo di forme di movimento, e la frequenza con cui le varie fasi del movimento si succedono[...]” (cit. Treccani) possiamo allora chiederci quanto ritmata sia la nostra vita e la nostra quotidianità.

Quali sono le successioni nel tempo dei nostri comportamenti, delle nostre azioni e delle nostre emozioni?

Qual è il rapporto fra il ritmo e la psicologia?

Come cambiamo i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri e le nostre emozioni nel tempo?
 
Riconosciamo schemi o forme che si ripetono nei nostri modi di vivere e raccontare le nostre esperienze di vita?
 
Riusciamo ad individuare il ritmo della nostra esistenza e del nostro modo di stare nel mondo?
 
Se ci diamo il permesso di ascoltare e dare voce alle nostre sensazioni, alle nostre emozioni e ai nostri pensieri possiamo delineare una sequenza ritmica nei nostri modi di percepire e vivere la realtà.
 
Scopriremo così alcune forme che si ripetono con costanza più di altre e cominceremo ad abbozzare alcuni tratti del nostro carattere come fossero tendenze e atteggiamenti quasi automatizzati che modellano la nostra identità e la percezione che abbiamo di noi stessi.
 
Riconoscere il proprio stile, il proprio ritmo, il proprio modo di comportarsi in determinate situazioni può diventare un primo passo per riscoprirsi creativi compositori, per sperimentare nuove forme di movimento nel tempo e delineare diversi ritmi per la propria esistenza.
 
Ritmo [dal lat. rhythmus, gr. ῥυϑμός, affine a ῥέω «scorrere»]

“Non ce la posso fare!” Come aumentare la mia autostima?

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Che vuol dire il termine autostima? Se è possibile stimare sé stessi, qual è il valore che ti attribuisci?
A cosa pensi quando ti chiedono di esprimere una valutazione su di te, di definirti o darti un valore?

Come aumentare la mia autostima?
È esperienza sempre più comune quella di sentirsi in difficoltà di fronte a nuove sfide o cambiamenti in momenti critici della propria vita.
Ma se è del tutto comprensibile sperimentare disagio, imbarazzo o ansia in alcune situazioni cosa succede quando a queste emozioni si affianca la sensazione di non farcela, di non essere all’altezza e di sentirsi inadeguati?

L’autostima può esser tradotta come la percezione del proprio valore, della propria capacità di fare fronte a richieste che provengono da noi stessi, sotto forma di progetti, desideri e ambizioni oppure dall’esterno come fossero richieste, sfide e opportunità.

La stima di noi stessi si correla quindi all’immagine che abbiamo di noi e al grado di fiducia che rivolgiamo verso le nostre risorse e capacità.

Un basso livello di autostima è spesso legato alla sensazione di non sentirsi all’altezza di una determinata situazione, di non volersi far vedere per come si è e di sentirsi inadeguati, con un “valore di sé” basso, insufficiente.

Ma come posso aiutarmi ad aumentare la mia autostima?
Come posso sentirmi “sufficientemente adeguato” nel mondo?

Che senso ha definirmi come persona incapace, con bassa autostima o inadeguata?

L’effetto è quello di innescare un circolo vizioso che si autoalimenta di emozioni e sensazioni quali frustrazione, paura, rabbia, impotenza e delusione.

Proviamo allora a costruire e inseguire la ricerca di piccole esperienze gratificanti, nutrienti che possano rimetterci in contatto con emozioni di affetto, amore e gratificazione verso noi stessi.

Ma smuoverci dalla posizione esistenziale di incapaci, incompetenti e inadeguati costa e fa molta fatica.

La nostra più grande risorsa è proprio quella di dare voce a quel piccolo movimento, a quella piccola parte che ci spinge ad uscire dal tunnel per ristabilire un nuovo equilibrio fatto di sfumature e tonalità di colore che al meglio possono descrivere la complessità e l'unicità di ognuno di noi.

Praticare e allenare la creatività nelle sue diverse forme possono aiutarci ad affiancare al circolo vizioso della bassa autostima il circolo virtuoso e nutriente della creatività, del creare qualcosa di nuovo, del trasformare e ampliare la nostra immagine interiore con le relazioni e le esperienze.

Esser creativi non vuol dire necessariamente saper disegnare, danzare o comporre musica bensì creare esperienze nutrienti, vivere relazioni gratificanti e concedersi il permesso di sbagliare, rischiare e convivere con la propria paura senza per questo soccombere ad essa.

Se mi definisco mi chiudo, se mi percepisco in divenire mi ascolto nello scorrere del tempo e dell’esistenza.